(06/2021) FESSURAZIONI E CREPE (1)

Il riscontro di uno stato di fessurazione su murature o solai molto spesso è perlopiù identificabile come fessure di assestamento dovute alle tensioni interne esistenti tra i diversi materiali ed alla presenza di elementi portanti di diversa natura. Si tratta, per certi versi, di un avvenimento ineluttabile, insito nella natura stessa delle costruzioni ma che non mette in pericolo la staticità della struttura

Qualora sorgano dubbi sulla natura di crepe mai notate prima d’ora, è necessario un attento monitoraggio delle stesse, che consenta lo studio del loro eventuale progredire nel tempo, individuando le motivazioni della loro evoluzione. Se la progressione è nulla il moto è estinto ed il complesso, attraverso il cedimento, ha trovato la sua posizione di quiete. Se la progressione non è nulla, il sistema è indotto in moti ulteriori, con incrementi fessurativi e deformativi, nella ricerca di nuove condizioni di equilibrio.

Il monitoraggio strutturale gioca un ruolo molto importante nel processo di analisi diagnostica di questo fenomeno, perché contribuisce in maniera significativa ad una miglior comprensione del suo comportamento statico che potrà essere definito in maniera soddisfacente, solamente dopo un periodo di osservazione del comportamento delle strutture in funzione dei mutamenti delle condizioni ambientali nel tempo.

Per l’indagine di monitoraggio del quadro fessurativo, è preferibile non utilizzare i metodi tradizionali di controllo (vetrino integro o vetrino spezzato), ma un sistema costituito da due piastrine in resina trasparente accostate e tassellate in prossimità dei cedimenti e/o delle fessure, delle quali una dotata di una griglia millimetrata e goniometrica e l’altra sovrapposta alla stessa, con una crocetta-indicazione di colore rosso.

Questo sistema consente di evidenziare eventuali minimi movimenti strutturali delle superfici sulle quali sono stati fissati i fessurimetri, identificando con grande precisione, l’entità e il grado di rotazione della eventuale fessura.

A differenza del semplice vetrino, il fessurimetro goniometrico può anche continuare la sua lettura nel tempo, identificando anche il grado di rotazione delle superfici sulle quali viene posizionato.

(05/2021) MACCHIE E MUFFA SU PARETI, SOFFITTI, IN APPARTAMENTO

Escludendo i casi di umidità da risalita e quelli dovuta a episodi di infiltrazioni d’acqua meteorica, una ventilazione assente o inadeguata, specie nei freddi mesi invernali, favorisce la concentrazione di umidità nell’aria e la creazione di condizioni favorevoli per la formazione di muffe.

A ciò si aggiunge anche l’utilizzo, in fase di ristrutturazione o nelle nuove costruzioni, di materiali isolanti sempre più performanti e l’installazione di porte e finestre a chiusura ermetica. Se da un lato si tratta di strumenti efficaci per migliorare il comfort di abitazioni o uffici, limitando la dispersione del calore in inverno e consentendo il mantenimento di temperature fresche nei periodi più caldi dell’anno, dall’altro, senza la presenza di ventilazione naturale (apertura delle finestre o delle porte per facilitare il circolo dell’aria) o meccanica, la comparsa di muffe è inevitabile. Con rischi, anche gravi per la salute.

E se dopo aver cambiato l’aria le muffe non scompaiono?

Tentare di rimuoverle, senza prima indagare le cause del fenomeno è inutile, poiché se le condizioni di ventilazione resteranno immutate, il problema si riproporrà. Occorre piuttosto rivolgersi a un esperto, che identifichi le cause, le responsabilità e ovviamente le soluzioni migliori per la scomparsa definitiva del problema.

In questo modo non solo la questione sarà risolta, ma, in caso di lavori eseguiti non a regola d’arte, sarà anche possibile ottenere un risarcimento per i danni subiti.

(05/2021) TETTO. RENDERLO SICURO UTILIZZANDO IL SISMABONUS

Quando si decide di mettere in sicurezza un edificio per preservare la struttura, le persone e i beni contenuti al suo interno dai danni di un possibile sisma, difficilmente si pensa al tetto come ad uno tra i primi elementi a cui occorre dedicare attenzione. Eppure, questa struttura, insieme ai solai sottostanti, è tra le parti più sollecitate di un immobile.

Piogge, vento e manifestazioni meteorologiche, talvolta anche di straordinaria intensità, portano in breve tempo all’usura di materiali e strutture. Il processo di decadimento dei materiali poi accelera con il passare degli anni, aumentando la probabilità di incidenti in caso di mancata manutenzione. Si tratta di uno scenario tutt’altro che inusuale considerato che il 60% degli oltre 12milioni di edifici italiani è stato costruito prima del 1980 (ISTAT).

Quando poi si verifica un sisma, l’oscillazione dovuta alle scosse causa frequentemente il collasso di tetto e solai, questi gravando sulla struttura sottostante, portano al crollo dell’intera costruzione.

Considerati tali elementi, siamo certi di voler attendere oltre e di non voler piuttosto verificare subito che il nostro tetto sia in buone condizioni?

Sarebbe una decisione tutt’altro che ragionevole. Soprattutto sapendo che gli interventi di messa in sicurezza di tetti e solai rientrano tra quelli finanziabili attraverso l’operazione del Sismabonus 110% e che questa è stata prorogata fino al 30 giugno 2022. Un’occasione unica, grazie alla quale si ha la possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi, tra il 50 e l’85% delle spese sostenute su un ammontare non superiore a 96 mila euro.

Il primo passo da compiere per usufruirne ed essere sicuri di ottenere il rimborso è quello di consultare un tecnico esperto, che proceda con una valutazione puntuale degli interventi.

ritaglio di articolo di giornale

(03/1982) ERGOTECNICO… É BELLO!!!

di Sergio Vianello

pubblicato su “Il Giornale dell’Ingegnere” del 1 Marzo 1982

É opinione generale visualizzare l’Ingegnere Edile nella figura dello strutturista (in volgare “calcolatore di cemento armato”), riservando all’Architetto, i compiti formali e funzionali, nella progettazione di un edificio.

Quello che è più grave, che anche gli addetti ai lavori spesso tendono ad avere questa opinione e, il povero neo-laureato, “Ingegnere Ergotecnico”, si trova, ogni qualvolta abbia dei contatti di lavoro, a dover spiegare (se ci riesce) quali sono i suoi compiti, rischiando di fare la figura di non essere nè carne nè pesce.

Un docente degli ultimi anni di “Poli”, un giorno, sintetizzò, usando un paradosso, la figura dell’ergotecnico, dicendo che spesso, in fase di progetto, compaiono due diverse opinioni: quella dello strutturista, che vorrebbe una pianta quadrata con pilastri di m. 2×2, con massimo interasse di m.1,30; quella dell’architetto che vorrebbe una pianta poligonale con un unico Pilastro centrale, di cm 10 x 10. In questi casi è essenziale la figura dell’ergotecnico, che avendo buona conoscenza di tutto il processo, adesso riesce a mettere d’accordo anche l’impiantista che vorrebbe una selva di canalizzazioni passanti nelle travi e in mezzo al soggiorno. A parte gli scherzi, intendo soffermarmi su un attimo sul ruolo dell’ergotecnico nell’edilizia moderna, che ritengo importante, dove si intenda applicare dei mezzi e dei metodi di produzione ed organizzazioni industriali nelle attività edili.

L’industrializzazione edilizia tende a realizzare un maggior coordinamento di tutte le fasi del processo edilizio, della programmazione della progettazione, per arrivare sino alla costruzione dalla gestione, riducendo sensibilmente quelle sottoutilizzazioni dei fattori di produzione, tipiche dell’edilizia convenzionale, determinando le condizioni di base per ulteriori innovazioni tecnologiche punto È proprio di queste sottoutilizzazioni che le ergotecnico si deve preoccupare, soprattutto quando si opera in costruzioni a carattere non ripetitivo, cioè dove maggiormente si tende a sottovalutare il problema.

La poca attenzione che si dedica il pieno impiego dei fattori di produzione, risulta evidente ad alcuni esempi:

  • È innegabile come l’improvvisazione, sostituita ad una progettazione unitaria, provochi, uno spreco di canalizzazioni e la creazione di fori e tracce e muri già intonacati e nei sottofondi di pavimenti, costringendo l’idraulico e l’elettricista, ad intervenire quando il muratore ha quasi terminato;
  • la scelta dei materiali spesso non è confortata da oculato senso progettuale, basti pensare lo scarso uso che si fa di componenti edilizi tecnologicamente evoluti, come ad esempio: gli infissi monoblocco o le pareti attrezzate;
  • anche in materia di coibenza igrotermica, nonostante l’attualità del problema, si possono riscontrare lacune, ad esempio, in molti casi, non si è evitato di localizzare bagni e cucina tra (ambienti con elevata U.R.) in posizione angolari, che, come è noto, può provocare importanti condensazione superficiali nel triedrio a causa della diversa emissione delle superfici interne ed esterne, complicando la situazione gestionale degli immobili.

Il costo crescente del prodotto edilizio, che aumenta ad un ritmo superiore rispetto al tasso medio di aumento del costo della vita, ma che soprattutto cresce un valore assoluto rispetto all’incremento del reddito medio e pro capite virgola non consente al settore edilizio virgola passi falsi punto dove la prefabbricazione non è possibile virgola occorre anche nell’edilizia convenzionale virgola dedicare maggior attenzione alla coordinazione degli elementi virgola combattendo virgola l’improvvisazione e soprattutto le reticenze degli etti lavori a mutare alcune cose punto.

L’ergotecnico non è certo il toccasana per il settore, ma può risultare molto utile quando si voglia affrontare queste problematiche in termini reali e concreti.