(05/2021) TETTO. RENDERLO SICURO UTILIZZANDO IL SISMABONUS
Quando si decide di mettere in sicurezza un edificio per preservare la struttura, le persone e i beni contenuti al suo interno dai danni di un possibile sisma, difficilmente si pensa al tetto come ad uno tra i primi elementi a cui occorre dedicare attenzione. Eppure, questa struttura, insieme ai solai sottostanti, è tra le parti più sollecitate di un immobile.
Piogge, vento e manifestazioni meteorologiche, talvolta anche di straordinaria intensità, portano in breve tempo all’usura di materiali e strutture. Il processo di decadimento dei materiali poi accelera con il passare degli anni, aumentando la probabilità di incidenti in caso di mancata manutenzione. Si tratta di uno scenario tutt’altro che inusuale considerato che il 60% degli oltre 12milioni di edifici italiani è stato costruito prima del 1980 (ISTAT).
Quando poi si verifica un sisma, l’oscillazione dovuta alle scosse causa frequentemente il collasso di tetto e solai, questi gravando sulla struttura sottostante, portano al crollo dell’intera costruzione.
Considerati tali elementi, siamo certi di voler attendere oltre e di non voler piuttosto verificare subito che il nostro tetto sia in buone condizioni?
Sarebbe una decisione tutt’altro che ragionevole. Soprattutto sapendo che gli interventi di messa in sicurezza di tetti e solai rientrano tra quelli finanziabili attraverso l’operazione del Sismabonus 110% e che questa è stata prorogata fino al 30 giugno 2022. Un’occasione unica, grazie alla quale si ha la possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi, tra il 50 e l’85% delle spese sostenute su un ammontare non superiore a 96 mila euro.
Il primo passo da compiere per usufruirne ed essere sicuri di ottenere il rimborso è quello di consultare un tecnico esperto, che proceda con una valutazione puntuale degli interventi.
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